ARS è un festival itinerante e intermediale che propone una programmazione nell’ambito del teatro, della danza del video e dell’arte facendo interagire differenti linguaggi artistici. Per il terzo anno Kaleidoscienza fa parte dell’organizzazione della manifestazione insieme all’Associazione Quarantasettezeroquattro e al Comune di Gradisca d’Isonzo che è l’ente capofila del progetto, sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Il focus dell’iniziativa è il rapporto tra arte e scienza e le relazioni che ne derivano, con un occhio ai temi caldi su cui la comunità scientifica pone l’attenzione. La sfida sta nel trovare il modo di far dialogare linguaggio artistico (danza, teatro, arti multimediali) con quello scientifico, calarli nel contesto territoriale in cui la manifestazione si sviluppa, trasformarli in occasioni di incontro e confronto tra le persone, siano artisti, scienziati o pubblico.
La prima tappa di ARS nel 2023 è stata a Turriaco, ospite del festival Contaminazioni Digitali, dal 29 giugno al 2 luglio.
Il programma di ARS prosegue ora con la seconda tappa dal 31 agostoal 10 settembre tra Gradisca d’Isonzo e Gorizia all’interno del festival In/visible Cities.
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Sederti in poltrona e assistere alla nascita del mondo: ti immagini che spettacolo? E che sorpresa ancora maggiore sarebbe scoprire che ciò da cui tutto è iniziato è qualcosa che incontriamo ogni giorno, ripetutamente.
Il segreto della vita dentro il nostro rubinetto.
Goccia dopo goccia, fino a riempire fiumi, mari, oceani interi, facendo della terra un unico mondo liquido. Se poi abbiamo pazienza, e aspettiamo, impariamo che l’acqua cambia. Sempre. Anche quando torna se stessa, lei comunque è diversa. Si fa goccia, poi onda, poi ghiaccio, poi fiocco di neve. Che resta sempre acqua, ma non è mai la stessa. Cresce, l’acqua. Impara. Evolve. Sceglie. Si lascia andare. E se aggiungiamo un altro pochino di pazienza alla pazienza, scopriamo che anche noi, dentro di noi, di acqua ne abbiamo dai piedi fin quasi al mento.
Allora anche noi possiamo cambiare. Lasciarci andare ed essere coraggiosi. Cambiare forma. Cambiare stato. Diventare qualsiasi cosa scegliamo, con la potenza della valanga e la calma della gocciolina. Siamo acqua. Possiamo essere tutta la vita che vogliamo. Quindi, fatti acqua e cambia. Il viaggio sarà un vero spettacolo della natura.
A seguire lo spettacolo ci sarà l’atelier “FATTI ACQUA E CAMBIA”. Ci piace immaginare questo atelier di luce come un quadro in movimento, uno spazio in cui immergersi e far dialogare luci autonome, come torce e piccoli led, con superfici cianotipizzate e materiali riflettenti sulla palette del blu. Il viaggio sarà proprio la scoperta del cambiamento: cosa succede quando un certo tipo di luce colpisce un certo tipo di supporto riflettente? Cosa produce questo incontro? E se io entro dentro al riflesso prodotto, come cambio io? Cosa posso diventare?
Al termine dell’esperienza ogni partecipante potrà ricevere un piccolo kit per riprodurre l’esperienza anche autonomamente e sperimentare quindi tutte le trasformazioni che vorrà.
Si dice facile come bere un bicchiere d’acqua. In fondo è così, si apre il rubinetto e l’acqua esce. La realtà, però, è molto più complessa di così. L’acqua va raccolta, trattata, immessa, recuperata, depurata, e tanto altro. Questo è un processo complesso ed è il momento di raccogliere le voci e le esigenze di tutti gli attori coinvolti. Jacopo Sacquegno raccoglie in uno scenario grafico digitale le criticità, le proposte e le visioni emerse dall’incontro con le realtà che si occupano di acqua. A Davide Montesarchio il compito di narrare l’esperienza e raccogliere la voce dei cittadini, i quali parteciperanno attivamente nel definire le esigenze e le proposte per un ciclo virtuoso dell’acqua.
Un’occasione speciale per parlare di acqua come risorsa. Risorsa necessaria a tutti, limitata, da gestire, proteggere, curare. Un’occasione per dialogare in modo originale con scienziati, docenti universitari, responsabili delle aziende di gestione, attivisti, rappresentanti delle associazioni.
Un talk che diventa performance live, attraverso l’estro di Jacopo Sacquegno che trasformerà in disegni, mappe, linee e colori le riflessioni portate avanti dagli esperti e le suggestioni che nasceranno dal pubblico.
A condurre l’evento, Davide Montesarchio, divulgatore scientifico, autore e conduttore radiofonico.
+Erba è uno spettacolo interattivo in cui due danzatrici creano, con la partecipazione dei bambini, una città immaginaria.
La danzatrice “architetta” osserva il paesaggio e disegna l’intera città partendo dalle case, le strade e gli spazi urbani. La danzatrice “giardiniera” invece osserva la terra, gli insetti, disegna erba ed alberi.
I due personaggi si muovono in una scena vuota dove due grandi schermi allineati evocano una stanza delle meraviglie: qui le loro fantasie, idee e progetti si colorano e prendono vita. L’architetta immagina case gradevoli e piene di luce, la giardiniera le ridisegna inserendo erba ed alberi e, piano piano, la loro città immaginaria cresce unendo le due diverse sensibilità.
La città appena nata è un ambiente vivo e quindi nuovi personaggi e nuovi eventi entrano in gioco.
Arrivano i bambini a popolare lo spazio ed a colorare la scena, arrivano gli insetti, le stagioni: la città da piccola diventa più grande e complessa.
Il sogno di una città green si realizza; ma nella città c’è anche una minaccia, una fabbrica che crescendo allontana gli insetti, gli uccelli e fa morire gli alberi. Saranno le danzatrici, insieme ai bambini, a ridisegnare lo spazio in modo che la natura possa crescere di nuovo: è qui che avverrà il “concerto degli alberi”.
Atlante Isontino è una performance site-specific attorno ai ricordi legati al fiume Isonzo. A partire dal lavoro delle ricercatrici Anna Scaini, Chiara Scaini, Ana Stritih e Constance Brouillet sulla relazione con le persone e il fiume, si indaga il senso di perdita legato al cambiamento climatico e al paesaggio fluviale, dipanando una poetica coreografica sull’abbandono.
Cosa rimane del mio ricordo se il luogo di quel ricordo è mutato? Raccogliendo paesaggi emotivi, la notazione coreografica seguirà un percorso di riconquista del senso di appartenenza, dell’essere assieme e con l’Altro attraverso il movimento e il linguaggio del corpo.
Durante la performance, pensata come una camminata Slow Walk, le due danzatrici accompagneranno il pubblico in una coreografia come un piano sequenza cinematografico; come in una scena di un film, seguiamo il flusso emotivo e dei ricordi attraverso gli intrecci danzati. Il passo del pubblico, lento e meditativo, è guidato dal movimento e dall’audio in cuffia wireless che accompagnano la visione d’insieme e sostiene il lavoro delle danzatrici.
Atlante Isontino è quindi un luogo della memoria personale e collettiva, in cui possiamo ritrovarci e lasciar sedimentare emozioni passate, ricordi vissuti attraverso l’incorporazione di altri ricordi. È un lavoro che ripercorre una geografia del gesto, che richiama e richiude quei ricordi legati al luogo del fiume Isonzo riabitandoli, con nostalgia, nel linguaggio coreografico.
Genoma scenico® è una performance interattiva di danza che si basa sulla stretta relazione tra pubblico e performer.
Genoma scenico si struttura in una sessione di gioco nella quale le persone sono coinvolte attivamente nella creazione di brevi performance di danza, facendo esperienza del ruolo di autori e coreografi grazie all’impiego di un dispositivo ludico.Così come ogni essere umano possiede un codice genetico unico e inimitabile, allo stesso modo il pubblico è invitato a scoprire l’originale unicità della performance, grazie all’impiego di un dispositivo ludico liberamente ispirato alla ricerca genomica, disciplina che ha l’obiettivo di mappare il patrimonio genetico che guida lo sviluppo e il funzionamento degli organismi viventi.
Il dispositivo si compone di 33 tessere disposte su un tavolo da gioco che rappresentano una varietà di parametri possibili che determinano una performance. Ogni partecipante può scegliere liberamente 7 tra le 33 tessere per generare una personale “stringa genomica” che contiene tutte le informazioni che andranno a comporre una breve performance: il numero di interpreti che agiranno la stringa, lo spazio nel quale dovranno danzare, le qualità di movimento, la durata, la qualità del suono e la direzione della luce. Ogni singola stringa genomica generata dalla selezione delle tessere – metafora scenica della casualità con cui si compone un reale corredo cromosomico – verrà interpretata e agita istantaneamente dai performer come esito artistico, unico e irripetibile delle circostanze e dell’ambiente sociale.
Inner è un’esperienza audiovisiva che immerge lo spettatore nelle profondità del mare primordiale.
La performance fonde suono, immagine, danza e nuove tecnologie per indagare le varie fasi della vita a partire dal mare primordiale animato da organismi marini piccolissimi ed invisibili all’occhio umano, eppure fondamentali, come il fitoplancton. Esplorando la relazione tra l’essere umano e il mare, e prendendo spunto dalla minaccia che l’umano rappresenta per la vita dell’ambiente marino, si scenderà più in profondità per ritrovare connessioni tra il corpo e il fluido oceano.
Onde e maree si fonderanno con il respiro e il sangue, in un movimento di luce e oscurità. Attraverso le suggestioni offerte dall’alga Noctiluca scintillans – un essere bioluminescente studiato presso l’Istituto oceanografico di Trieste, – la performance ci condurrà in un viaggio nella cosmogonia, per esplorare il tema dell’impulso vitale e della trasformazione, trasportando il pubblico in un mondo primordiale tra caos e riequilibrio continuo.
Un concerto multimediale. Un documentario con colonna sonora live. Il primo capitolo della trilogia che Andrea Colbacchini dedica al fiume Isonzo è un ibrido che rimbalza – come le pee che i ragazzetti lanciano sull’acqua – tra le parole delle interviste raccolte tra Staranzano e Gradisca e le riprese isontine che si susseguono in modo apparentemente disordinato.
Queste due linee narrative descrivono uno stesso soggetto ma non collimano mai perfettamente, in modo da rendere l’Isonzo una entità complessa, come fosse un personaggio, una creatura vivente composta da una infinità di particelle tenute insieme dal richiamo che l’acqua esercita in loro.
Treeorganico accompagna l’opera con un live sonoro in quadrifonia, frutto di ricerche di field recording (registrazioni sul campo) svolte letteralmente pescando i suoni della foce dell’Isonzo con varie tecniche di microfonazione, come l’utilizzo di idrofoni e microfoni a contatto. Durante la performance il trio si avvarrà di strumenti auto-costruiti, voce ed elettronica per fari entrare il pubblico nel mondo acustico sottomarino del paesaggio isontino.
Il suono per animare le emozioni che plasmano la nostra vita. L’unione uomo e natura, i suoi istinti primitivi e la sua profondità spirituale. È questo il leitmotiv di Reconnection che vede protagonisti suoni della natura, strumenti a percussione e live electronics.
L’acqua in quanto materia fluida fornisce illimitate sfumature. Diventa uno strumento che permette all’esecutore una grande espressività, la gestualità, la teatralità. I mezzi attraverso cui l’acqua diventa suono sono le mani stesse dell’esecutore, con i molteplici modi di percussione elencati pocanzi.
Usare la natura come mezzo di espressione quindi è uno dei principi di base della composizione.
Altro tassello fondamentale risulta essere l’aspetto improvvisativo. L’acqua risulta avere anche la possibilità di plasmare il suono degli strumenti. Quanto più saranno immersi, più grave sarà la loro intonazione. Le percussioni simboleggiano la parte arcaica ed istintiva del desiderio di comunicare dell’uomo.
Gli strumenti utilizzati per la performance sono: acqua resa strumento musicale, waterphone, tamburi ad acqua, djembè, kalimba, balafon, tamburi a cornice, live electronics, loop station.
Le storie della Terra hanno cambiato di natura e di scala: non scriviamo storie per raccontare la creazione o il corso del mondo, ma per scongiurarne la fine. Eutopia nasce dal desiderio di esplorare un diverso paradigma di “fare insieme” attraverso un approccio ludico e multisensoriale. Come ri-costruire o de-costruire il nostro “fare”? Come vivere insieme dopo tutti questi mesi di isolamento? Come coesistere con la pluralità delle forme attorno alla ‘natura’ senza per questo negare il nostro “essere umani”?
Coniugando performance, installazione e game design, Eutopia rimette in discussione vecchi modelli biologici, ecologici e antropologici per trasformare il teatro in un grande tavolo di azione attorno a cui spettatrici e spettatori sono invitati a un’esperienza partecipativa i cui esiti, sempre differenti, siano il risultato dei loro singoli apporti peculiari.
L’azione collettiva, fondante quanto effimera, diventa così strumento per delineare mondi possibili, che mettano al centro narrazioni e visioni in cui l’umano e il non-umano s’intreccino per ricomporre una frastagliata geografia di paesaggi multispecie in continua trasformazione.
Privilegiando quell’arte di raccontare storie in cui gli esseri umani non siano al centro, ma non svolgano neanche il ruolo di intrusi contro i quali la ‘natura’ dovrebbe essere protetta, Eutopia coinvolge i partecipanti, li interroga e li rende partecipi delle storie non umane che scaturiscono dalla loro azione.
Earthphonia Live – Suoni e voci dalla terra di Max Casacci, con Mariasole Bianco, è una stupefacente immersione sonora e narrativa tra i segreti del Pianeta.
L’esibizione live del fondatore e chitarrista dei Subsonica, interamente creata suonando campionamenti dei suoni della terra, si fonde alle parole della stimata scienziata e divulgatrice naturalistica, in uno spettacolo che si pone in prima linea nella battaglia per l’ambiente.
Uno Show immersivo di suoni, ritmi, parole e immagini della natura e dei suoi ecosistemi. Earthphonia è un racconto visionario, un viaggio che interpreta la natura estraendo da essa melodie ritmo e orchestrazioni.
Si parte dall’aria, dagli uccelli e dalla biodiversità del Delta del Po, scivolando sull’acqua del torrente Cervo di Biella e sulla roccia di un’antica scogliera dell’isola di Gozo, sfociando nell’oceano, ascoltando sotto terra il suono delle radici di una foresta, tuffandosi nei vulcani delle isole Eolie, spiando le api nell’oscurità dell’alveare e, infine, planando sulle montagne.
Non è “relaxing music”, ma un’esperienza sonora intensa e vibrante, realizzata senza strumenti musicali, attraverso campionamenti e trattamento digitale di rumori e di ambienti sonori naturali. Non è il compositore a imporre la partitura, sono le note a sgorgare direttamente dagli ambienti naturali che guidano il processo creativo e indicano la strada da seguire. In Earthphonia il rapporto uomo-musica si ribalta e quello uomo-natura si avventura nella ricerca di un nuovo equilibrio.
Ad accompagnare Max Casacci in questo viaggio, sul palco ci sarà la biologa marina Mariasole Bianco che racconterà, con straordinaria capacità di coinvolgimento, gli ecosistemi che Max fa suonare. Un back to back continuo, un flusso ininterrotto di musica, scienza e immagini che hanno come protagonista la natura.
Come sarà il domani? Come sarà quando saremo all’altro capo di una catastrofe climatica che la scienza e i media annunciano da decenni? Esiste veramente un «altro capo», un day after oltre il quale tutto sarà successo? Ci attende un affondamento graduale e inesorabile?
17 selfie dalla fine del mondo è una performance partecipativa con cuffie wi-fi, è uno spettacolo in cui il pubblico diventa protagonista: immerso in una festa dovrà fare delle scelte, esporsi pubblicamente, senza sapere, fino alla fine, se si sta celebrando la fine del mondo o la salvezza dell’umanità.
Le voci in cuffia propongono una serie di previsioni: messaggi in bottiglia, bollettini, cartoline, istantanee da un futuro possibile per comporre una narrazione corale. Il pubblico, nella dimensione intima e collettiva della performance audioguidata, sarà portato a giocare, emozionarsi e fantasticare su quello che succederà, e su quello che forse possiamo ancora fare per il pianeta e i suoi abitanti.
Lo spettacolo viene proposto contemporaneamente in lingua italiana e slovena. Ogni spettatore può scegliere la lingua che preferisce.