Intervista a Francesco Patat, ideatore di Elementi Sotterranei
Elementi Sotterranei è da diversi anni una manifestazione culturale organizzata dall’associazione culturale Bravi Ragazzi che si svolge a Gemona con l’obiettivo di far conoscere il mondo della street art e del graffiti-writing. Quest’anno si terrà dal 7 maggio al 7 giugno 2014 e, come ogni edizione, vedrà la presenza di numerosi artisti internazionali.
Per l’occasione abbiamo intervistato il presidente Francesco Patat, meglio conosciuto come Kerotoo, il quale ci ha spiegato quali sono i principi della manifestazione.
“Elementi sotterranei si basa su un formato di collaborazione. L’idea non è quindi quella di creare una competizione tra i partecipanti come generalmente accade, ma di affiancare artisti professionisti ad artisti emergenti, entrambi di stampo internazionale, per lavorare su un tema specifico. Quest’anno, ad esempio, si parlerà di sovranità alimentare.”*
In che modo?
Nel nostro caso punteremo sulla rivitalizzazione della produzione locale, dall’agricoltura famigliare al consumo a chilometro zero. Vogliamo quindi comunicare l’importanza di un recupero d’identità che qui in Friuli è sempre stata fortissima, ma che ora si sta piano piano perdendo. Il messaggio è quello che tu possa produrre quello che ti è necessario per vivere e quello che ti piace realmente, rispettando però il suolo e la terra che vai a coltivare.”
Parlando dei graffiti in particolare, poco tempo fa ne è comparso uno proprio a Gemona raffigurante tre scimmie e che, al contrario del classico “non vedo, non sento, non parlo”, vuole comunicare un forte messaggio culturale. Ce lo sapresti spiegare?
“Il dipinto è stato fatto da me e da Elia [vice-presidente Bravi Ragazzi] in occasione dell’anniversario della nascita della Pro Loco di Gemona. Questa aveva indetto una sorta di concorso intitolato “La Gemona che vorrei” che abbiamo reinterpretato a modo nostro, analizzando prima di tutto i problemi della nostra città, rappresentati dalle tre scimmiette. Infine li abbiamo reinterpretati in chiave positiva.
A quali problemi vi riferite in particolare?
La disinformazione, innanzitutto, perché se non sei informato è difficile tu possa trovare una soluzione e cambiare veramente le cose. E poi ci sono il disinteresse della società nei confronti di problemi diffusi come la corruzione e il campanilismo, i quali non stanno solo a Gemona, ma un po’ in tutta Italia.
Dunque, qual è il vostro messaggio?
Ci piacerebbe che gli attori della società non vadano in giro con il paraocchi disinteressandosi di quanto accade attorno a loro, ma che siano ricettive e si informino. Da questa necessità è scaturito un messaggio che può valere sia per il campo culturale, sia per quello scientifico e politico, cioè vivere in una società che discute senza lasciarsi condizionare da ciò che le viene confezionato. Le scimmiette, dal «non vedo, non sento, non parlo» si sono trasformate in «cerco, ascolto e condivido».”
Qual è stata la reazione dei cittadini alla vista delle tre scimmie? L’hanno inteso come una sorta di vandalismo oppure come effettivamente un modo per comunicare un messaggio?
“Il messaggio in qualche modo è arrivato, anche perché alcune autorità locali si sono sentite offese dal graffito pur non essendoci alcun riferimento esplicito. A essere contestato è stato soprattutto l’utilizzo delle scimmie in quanto tale, ritenuto offensivo. Una seconda motivazione sta nell’averlo fatto davanti al palazzo del Comune, il che dava evidentemente fastidio. Dall’altra parte credo che i cittadini di Gemona siano invece abbastanza abituati alla comparsa di graffiti in giro per la città.”
Nell’epoca del web 2.0 abbiamo un’infinita varietà di informazioni, però è difficile riuscire a trovare quelle corrette. Voi di Elementi Sotterranei come lo utilizzate?
“Non lo utilizziamo molto per informarci, ma piuttosto per informare, soprattutto tramite i social network. Credo che internet sia interessante, ma che allo stesso tempo non dia la garanzia dell’informazione che ricevi. Se da un lato sai che dai media tradizionali l’informazione non ti arriverà, attraverso internet hai la possibilità che ciò avvenga, ma non sei certo della sua qualità o della distinzione tra verità e pettegolezzo.”
Quindi come vi ponete di fronte alla difficoltà di trovare informazioni corrette in rete?
“Io personalmente preferisco leggere i classici e interpretare la realtà in questo modo, perché reputo la maggior parte dell’informazione proprio come un pettegolezzo, che sia politica o scientifica. A me non interessa. Se voglio leggere qualcosa di scientifico preferisco andare in biblioteca e leggermi un libro. Internet credo sia più utile per avere dei buoni spunti da approfondire in altra sede.”
Il problema della disinformazione, soprattutto dal punto di vista scientifico, è un tema che sta molto a cuore a Kaleidoscienza la quale, per divulgare contenuti scientifici, utilizza la creatività e il gioco. Il graffiti writing potrebbe fungere allo stesso scopo, veicolando quindi informazioni corrette di stampo scientifico?
“Assolutamente. Il writing di per sé è uno strumento che ti sta comunicando qualcosa, come può esserlo la street art. Poi ovviamente il tutto è legato alla sensibilità degli artisti.”
Quindi, secondo te, il graffiti writing può ancora scuotere la coscienza delle persone?
“Sicuramente può essere utile anche dal punto di vista scientifico, perché comunica spesso messaggi importanti. Il graffiti writing punta più sulla creatività della persona, ma se ci si mettesse d’accordo tra artisti e personalità scientifiche si potrebbe creare qualcosa. L’importante è capire quale tema si vuole rappresentare, poi il resto viene di conseguenza.”
Nel festival che andrete a organizzare i graffiti che verranno prodotti non hanno l’intento di abbellire solo la città di Gemona, ma piuttosto quello di comunicare un forte messaggio sociale. Qual è il riscontro che avete dalla comunità? Il messaggio alla fine passa o è semplicemente rimandato all’anno successivo?
“Le pareti prodotte sono state sempre a tema e i messaggi sono precisi. Sulla loro ricettività posso dirti che nelle aree riqualificate prima non c’era niente, mentre ora arrivano persone di tutte le età, anche stranieri, a fare le foto. Quindi Elementi Sotterranei funziona dal punto di vista della curiosità ma anche dal punto di vista turistico. Adesso infatti stiamo organizzando delle visite guidate.”
Ci anticipi qualche nome degli artisti internazionali che parteciperanno alla manifestazione di quest’anno?
“Gli artisti saranno divisi in quattro gruppi, uno per settimana. L’art director sarà l’artista spagnolo Malakkai, con il quale abbiamo già collaborato l’anno scorso a Udine. Ci saranno poi gli svizzeri Wes21 e Onor della Schwarzmaler Crew, i quali stanno facendo strada grazie anche a disegni di stampo scientifico. Abbiamo chiamato anche i bulgari Arsek ed Erase della Four Plus, il nostro amico di Trieste Christian Blanxer e tanti altri artisti emergenti su cui la manifestazione punterà fortemente.”
* Per sovranità alimentare s’intende il diritto dei popoli a coltivare e ricevere un cibo salubre e culturalmente appropriato. Questo deve essere prodotto attraverso metodi sostenibili ed ecologici al fine di stabilire e sviluppare dei propri sistemi agricoli. La sovranità alimentare punta sulla coltivazione locale, un commercio trasparente e redditi equi, e assicura che i diritti d’uso e gestione del suolo, delle acque, del bestiame e dei semi sia nelle mani di chi produce il cibo. La Sovranità alimentare è definita dalle stesse Nazioni Unite come una delle soluzioni per contrastare la fame e lo sfruttamento dei lavoratori nei paesi sottosviluppati. Il concetto è stato proposto per la prima volta presso il summit della FAO (Food and Agriculture Organization of United Nations), tenutosi a Roma nel 1996. Da allora alcuni stati l’hanno inserito all’interno della propria costituzione, come il Nepal, mentre altri lo richiamano tutt’ora nelle proprie politiche agricole come il Mali, la Bolivia e l’Equador.